Qajaq
 

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Il qajaq

Gli Inuit si muovevano sui fiordi e in mare con il qajaq e quando incontravano zone ghiacciate non navigabili le attraversavano a piedi trascinandolo fino al punto in cui ritrovavano uno spazio navigabile. Così potevano addentrarsi profondamente nel territorio e raggiungere luoghi più favorevoli alla caccia.

Il qajaq è il risultato di un lungo processo di progettazione evolutiva.
Il qajaq scivola sull’acqua, si infila dappertutto, è adatto a districarsi in una navigazione resa complicata dai ghiacci e, mantenendo una velocità media di tre nodi, compie navigazioni giornaliere di 30-40 km senza fatica e senza temere il vento, né le onde che assorbe essendo elastico.
Era costruito filante, elegante ma robusto e leggero, utilizzando come metro le misure del singolo cacciatore 'che lo calzava come un guanto'.

Formato da una struttura in legni di recupero portati dalle correnti ed assemblati tra loro con legature e pioli d’osso, ricoperta con pelli di mammiferi marini, veniva utilizzato per la caccia e la pesca.
Era chiamato: la barca dell'uomo.

Gli Inuit si trasmettevano oralmente e tramite il fare insieme le tecniche costruttive e le innovazioni apportate secondo le nuove esperienze.

 

 


Luisella Valeri costruisce il qajaq AmmassalikItalia

 

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